DAFDAF 151 – Tishrì, il mese delle feste. Sukkot, Sheminì Atzeret e Simchat Torah

Il numero 151 di DafDaf si apre con un ripasso: le feste a Tishrì sono tante e sono importanti, e grazie alla collaborazione con Zeraim, il progetto dell’area Cultura e Formazione dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, abbiamo preparato sei pagine che contengono le informazioni principali sulle festività di queste settimane: Rosh haShanah, Yom Kippur e Sukkot, con Sheminì Atzeret e Simchat Torah.

Dalle date alle fonti, dai precetti ai diversi nomi della festa fino agli usi più noti, sono pagine schematiche ma ricche di informazioni che vi riproponiamo qui, insieme al nostro augurio di giornate serene.

Buona lettura!

a.t.

 

Sukkot, Hoshanà Rabà, Sheminì Atzeret e Simchat Torah

Dal 16 al 25 ottobre 2024 è Sukkot, conosciuta come la “Festa delle capanne”. Nel calendario ebraico cade il 15 di Tishrì e dura sette giorni, ma poiché è seguita da altri due giorni di Mo’ed duranti i quali non è possibile smontare la Sukkà, la sua durata si estende a nove giorni. 

Invece in Eretz Israel gli ultimi due giorni vengono uniti in un solo giorno festivo.

“…Per sette giorni farai la festa delle capanne allorquando raccoglierai il prodotto che è sulla aia e nel tuo tino e ti rallegrerai nella tua festa tu e tuo figlio e tua figlia, il tuo schiavo e la tua דברים schiava…” (Deutronomio cap. 16 v. 13 e 14)

Al termine di Sukkòt, il 24 ottobre 2024 cade Sheminì Atzeret e il 25 ottobre Simchàt Torah, il giorno in cui il popolo ebraico festeggia e gioisce del dono più grande ricevuto: la Torah.

 

Precetti:

סוכה la Sukkà

È la capanna che costruiamo in occasione di questa festa per obbedire al comandamento della Torah che dice: “Per sette giorni voi abiterete in delle capanne”.

Sotto la Sukkà si usa mangiare e, se il clima lo permette, anche dormire. Il tetto della Sukkà deve avere delle fessure attraverso le quali si possono vedere le stelle per ricordarci che, anche sotto una fragile capanna siamo solo la protezione del Signore.

לולב Il Lulav

Il lulav è composto da: un lungo ramo di palma (tamar תמר), al quale vengono legati due rametti di salice (aravà ערבה) e tre di mirto (adas הדס) e da un cedro (etrog אתרוג). Questi elementi insieme simboleggiano la fertilità della terra alla conclusione del raccolto. Durante alcuni punti della preghiera il lulav viene fatto ondeggiare in tutte le direzioni per chiedere la caduta della pioggia.

 

Altri nomi della festa:

Hag Ha-Asif חג האסיף – “festa del raccolto” perché in questo periodo si termina la raccolta dei prodotti agricoli e si preparano i campi per la prossima stagione. 

Zman Simchatenu זמן שמחתנו – “tempo della nostra gioia”, come è scritto nella Torah quando si parla della festa di Sukkot.

 

Ricapitolando…

1° e 2° giorno: Moed

3° 4° 5° 6° giorno: Chol ha Moed 

7° giorno: Chol ha Moed Hoshanà Rabbà

8° giorno: Moed Sheminì Atzeret

9° giorno: Moed Simchat Torah

La Sukkà ricorda le capanne che i nostri padri si costruivano per proteggersi dal sole durante il giorno e dal freddo durante la notte nella loro lunga peregrinazione (di quaranta anni) nel deserto del Sinai, dopo la liberazione dalla schiavitù egiziana.

 

Oltre Sukkot:

Il settimo giorno, Hoshanà Rabà, הקפות si fanno sette Hakafot intorno all’Echal e si leggono, tenendo il lulav in mano, sette Hosha’anot הושענות a differenza degli altri giorni della festa in cui questo cerimoniale viene effettuato solo una volta.

L’ottavo giorno, chiamato Sheminì Atzeret è la festa della “Chiusura” che pone fine al ciclo delle festività di Tishrì, mentre il nono giorno si celebra Simchat Torah “la gioia della Torah”: si termina il ciclo annuale della lettura della Torah e se ne inizia un altro.