Qui Milano – A lezione di antisemitismoIl Cdec spiega il pregiudizio
Un corso sull’antisemitismo aperto a tutta la cittadinanza per fornire gli strumenti per interpretare un fenomeno fortemente attuale. Così il direttore del Centro di Documentazione Ebraica di Milano Gadi Luzzatto Voghera e la responsabile dell’Osservatorio Antisemitismo Betti Guetta spiegano l’iniziativa che prende inizio oggi: un seminario dedicato appunto a capire le origini, gli schemi, il linguaggio antisemita. L’iniziativa nasce da una collaborazione tra il Cdec, l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, la Casa della Cultura e dell’Istituto nazionale per la Storia del movimento di Liberazione in Italia . “Un progetto nato su iniziativa di rav Roberto Della Rocca (direttore dell’area Cultura e Formazione dell’UCEI) – sottolineano sia Gadi Luzzatto sia Guetta – pensato inizialmente per un pubblico ebraico ma poi si è pensato di aprirlo alla cittadinanza perché il Cdec ha questo ruolo, di servizio per tutti”. Per garantire questa apertura, sono state così coinvolte istituzioni importanti a livello cittadino come la Casa della Cultura e l’Insmli. “L’idea è quella di decostruire molti luoghi comuni sull’antisemitismo e fornire ai partecipanti gli strumenti, attraverso dieci tappe, per comprendere l’attualità di questo fenomeno”, spiega Guetta, responsabile del corso, che dal 1 dicembre fino al 19 aprile, si terranno al Cdec e alla Casa della cultura.
Si parlerà di antisemitismo ma anche di razzismo e di pregiudizio. Per evidenziare quali elementi l’antisemitismo condivide con l’etnocentrismo o il razzismo e quali siano i suoi caratteri specifici.
Per parlare storicamente dell’ostilità antiebraica occorre chiarire che le numerose manifestazioni ostili (ideologiche o concrete) lungo i secoli hanno avuto origine in epoche diverse. Per indicarle è più appropriata una terminologia articolata che marchi le differenze del loro significato sociale: possiamo allora parlare di antigiudaismo teologico cristiano, di antiebraismo politico-religioso islamico; a partire dall’Ottocento, in un contesto che vede la progressiva emancipazione degli ebrei, per le ideologie e le azioni a loro ostili si usa antisemitismo, e antisemitismo razzista (o razzismo antisemita) per il sistema di idee e le manifestazioni contro gli ebrei come membri della “razza ebraica o semita”. A volte i sentimenti antiebraici irrazionali e immotivati, sono etichettati come giudeofobia.
Parte della letteratura più recente parla di un “nuovo antisemitismo”, definito come una forma di antisemitismo post-nazional-socialista che si è evoluto nel contesto dei conflitti in Medio Oriente.
“L’obiettivo è quello di avere un confronto leale con chi partecipa; anche acceso che porti in superficie tutte le questioni, anche quelle considerate controverse”, sottolinea Guetta.
“In ogni momento di forte tensione politica – spiega il direttore del Cdec Luzzatto Voghera – emergono nel linguaggio comune, politico e non solo, riferimenti all’antisemitismo. Questo fenomeno è di fatto un’emergenza costante nella nostra società, come denunciava oramai sette anni fa l’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Da allora la situazione non è cambiata anzi, come dimostrano gli attentati in Francia (legati al fondamentalismo islamico) e alle retoriche che fanno presa in Ungheria o Ucraina”. “Siamo di fronte a una schema, quello antisemita, che si ripete costantemente – conclude lo storico – e per questo è necessario fornire gli strumenti per interpretarlo”. Questo è l’obiettivo del corso che fino a primavera cercherà di spiegare al pubblico milanese su quali elementi si fonda il pregiudizio antisemita, quali le differenze nelle sue diverse accezioni, quali gli usi politici che ne sono stati fatti.
(1 dicembre 2016)