Di generazione in generazione / 5
“Il Seder senza ospiti
e quel dialogo da rilanciare”
Con l’arrivo del prossimo sabato, chiamato Shabbàt Ha Gadòl, entreremo nel vivo della festa di Pesach. A caratterizzare questo particolare Shabbàt, oltre alle consuete lezioni dei rabbini che in tutto il mondo illustreranno le norme della festa, sarà la lettura di una particolare Haftarà, il passo del profeta Malachi, nella quale ci viene annunciata la futura redenzione da parte di Eliahu Ha Navì, l’araldo del Messia. Differentemente dalle idilliache visioni sull’era messianica di altri profeti in cui i lupi pascoleranno con gli agnelli e le armi si tramuteranno in falci, secondo Malachi, ultimo dei profeti d’Israele, il compito principale di Elia, nell’annunciare l’evento messianico, sarà semplicemente quello di far “tornare il cuore dei padri verso i figli e il cuore dei figli verso i loro padri…” (Malachì, 3; 24). Il paradigma più importante della redenzione sarà quindi l’armonia familiare e la ricomposizione dei conflitti intergenerazionali. Possiamo difficilmente pensare infatti a una pace tra le nazioni e nelle nostre Comunità se prima non costruiamo la pace nelle nostre famiglie. Non ci può essere pace tra i popoli se dentro le nostre mura domestiche non ci sono dialogo e rispetto. Il Seder di Pesach, attraverso quel suo antico modello interrogativo, continua a prospettarci un prezioso progetto pedagogico intergenerazionale sollecitato dal racconto della nostra storia. Sebbene nel Talmùd (Sotah 49 b) venga descritta una eccessiva arroganza delle giovani generazioni nei confronti dei più anziani, che prevarrà nel periodo precedente all’epoca messianica, il profeta Malachì indica, tuttavia, prima il cambiamento del cuore dei genitori nei confronti dei figli, e solo come conseguenza di ciò il ritorno del cuore dei figli verso i loro genitori. Una pedagogia severa, quella ebraica, nei confronti dei Genitori e dei Maestri, e forse un po’ indulgente nei confronti di Figli e Discepoli. Quando un figlio si ribella o un discepolo si allontana, Genitori e Maestri sono chiamati a interrogarsi sulla loro reale capacità di essere modelli educativi al fine di riuscire a “trapiantare” i loro cuori in quello dei più giovani. In questo prossimo Seder, in cui non potremo avere in casa ospiti esterni, siamo chiamati come non mai a concentrarci con i nostri figli nel rilancio di questo dialogo intergenerazionale.
Shabbàt Shalom e Chag Pesakh Kasher ve Sameach
Rav Roberto Della Rocca, direttore area Educazione e Cultura UCEI
Di generazione in generazione / 3 (Lionella Viterbo) – “Per il futuro spero nei giovani”
Di generazione in generazione / 2 (Edith Bruck) – “Mi guardo indietro e cerco di farmi coraggio”.
(2 aprile 2020)