Il negoziato verso Gerusalemme
Negoziato diretto a Gerusalemme: un’ipotesi auspicata dal presidente ucraino Zelensky e che sarebbe ora gradita anche ai russi. È quanto riportano diversi media israeliani nel trattare l’argomento. Possibili sviluppi, quindi, potrebbero essere in arrivo a ore. Nel mentre proseguono incessanti i bombardamenti e i tank di Mosca vedono Kiev nel mirino. La capitale che non si arrende, scrive Repubblica, “si prepara al più terrificante degli incubi: diventare la Grozny del ventunesimo secolo, una città che i russi possono avere solo a costo di ridurla a un cratere circondato da mozziconi di case e intriso del sangue dei suoi abitanti”. Al servizio di Putin si sono aggregati anche gruppi di mercenari addestrati in Siria con la compiacenza di Assad. “Professionisti esperti della mischia urbana, operai della espugnazione delle macerie”, li descrive La Stampa. Combattenti sanguinari chiamati a interpretare, si legge, “l’ultimo capitolo dell’invasione”. Ieri Zelensky è tornato a parlare all’Europa, in collegamento con Firenze e altre città: “Questa guerra non è stata iniziata da noi, ed è un’invasione cinica e crudele da parte della Russia. Questa guerra non è solo contro gli ucraini ma contro i valori che ci uniscono, contro il nostro modo di vivere, è contro l’Europa, contro i valori occidentali”. In una intervista con il Corriere Jonathan Safran Foer esprime la sua ammirazione per il leader ucraino, facendo leva anche sulla sua identità: “Spesso per gli ebrei si parla di doppia lealtà. ‘E italiano, è americano — si dice — ma è essenzialmente ebreo’, fino ad arrivare a pensare che non siamo davvero italiani o americani. Beh, è indubbio che non ci sia nessuno più leale all’Ucraina di Zelensky, nessuno a cui stia più a cuore proteggere il suo Paese e i suoi connazionali”. Il viaggio di un grande scrittore ad Auschwitz (Paolo Giordano) apre il numero della Lettura del Corriere. Un viaggio che si definisce ancora più necessario “mentre l’Europa riprecipita nel cataclisma del ‘900, mentre Putin si incarica di ‘denazificare l’Ucraina’, mentre l’ebreo Zelensky lancia un appello agli ebrei di tutto il mondo”.
Secondo la Testimone della Shoah Edith Bruck, intervistata dal Fatto Quotidiano, “è rivoltante che per giustificare l’aiuto bellico si tenti di fare un’equivalenza tra Putin e Hitler”. Questa la sua posizione: “Siamo sul punto di provocare la terza guerra mondiale. Perciò chiedo di fermarci, perciò non vorrei armare l’Ucraina”.
Intervistata da Robinson di Repubblica, la scrittrice irlandese Sally Rooney difende la sua scelta di “boicottare” Israele. Lo fa ribadendo la sua tesi, classificabile come antisemitismo secondo i parametri dell’Ihra, relativa a un presunto “apartheid” contro i palestinesi.
Il Fatto Quotidiano parla di Comunità ebraica “divisa” sul progetto di Museo della Shoah per villa Torlonia. “Ci sarà sicuramente a breve un momento di riflessione e confronto tra i soci, necessario quando si arriva vicini ad obiettivi così importanti”, le parole del presidente della Fondazione Museo della Shoah Mario Venezia.
Repubblica Roma segnala l’iniziativa di un gruppo di volontari della Comunità ebraica partiti alla volta della Moldavia “con una macchina e un camion frigo con 1.500 chili di cibo kosher, farmaci e beni di prima necessità” destinati agli ebrei d’Ucraina.
Libero, in un articolo vergognoso, si schiera a favore dell’intitolazione dell’idroscalo di Orbetello a Italo Balbo: “Non era un fanatico illiberale ma un grande italiano”. Desta intanto sconcerto la rivelazione del Fatto: porterebbe il suo nome uno degli aerei di Stato su cui viaggiano le massime cariche istituzionali.
La polizia ha arrestato il rabbino capo di Porto. L’uomo, riporta tra gli altri il Tempo, è “sospettato di aver avallato false prove” sulle origini sefardite di Roman Abramovich per fargli ottenere la cittadinanza portoghese.
Anche questo fine settimana diverse segnalazioni di libri a tema ebraico. Su Robinson sono recensiti, tra gli altri, Le ultime ore di Ludwig Pollak di Hans von Trotha, Lampo all’alba dedicato alle poesie di Lea Goldberg, La vita stessa è già tanto in questi giorni con le ultime lettere di Stefan e Lotte Zweig. Su Tuttolibri della Stampa, invece, uno dei volumi che si presentano è Serge di Yasmine Reza.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(13 marzo 2022)