IL NUOVO NUMERO DI PAGINE EBRAICHE NEL NOME DI RENZO GATTEGNA
Il futuro e il segno dei leader
Come svelava ieri il direttore Guido Vitale, i nuovi numeri del giornale dell’ebraismo italiano Pagine Ebraiche, del giornale di cronache comunitarie Italia Ebraica e del giornale ebraico dei bambini DafDaf sono andati in stampa nelle stesse ore in cui Renzo Gattegna ci lasciava.
“Le salve di cannone che risuonano al passaggio di un re” scriveva il direttore, ricordando il ruolo fondamentale che l’ex Presidente UCEI, in carica dal 2006 al 2016, ebbe nella nascita e nello sviluppo delle testate di cui l’ente è oggi editore.
Molte pagine speciali gli saranno dedicate sul prossimo numero del giornale dell’ebraismo italiano, dove apparirà anche un’antologia dei numerosi interventi tenuti in questi anni. Un numero ricco di significato, sul quale la redazione è già al lavoro.
Vi presentiamo intanto i principali temi di Pagine Ebraiche di novembre. Un numero che si apre nel segno delle parole e degli insegnamenti di rav Jonathan Sacks.
Lo ricorderemo anche attraverso l'intervista da lui fortemente voluta in occasione di una visita a Roma. “Tutti i grandi leader religiosi - raccontava rav Sacks - sono stati dei sognatori. Mosè ad esempio, che ha sognato una terra stillante latte e miele. Oppure Isaia, che ha sognato un mondo di pace. Oppure penso ancora a Martin Luther King e al suo ‘I have a dream’, uno dei più bei discorsi del ventesimo secolo. Se dovessi scrivere un breviario per la felicità, la capacità di sognare sarebbe ai primi posti della lista”.
Dal 20 gennaio sarà un leader anche Joe Biden, eletto nuovo Presidente degli Stati Uniti con un ampio sostegno nel mondo ebraico americano. Sul cambio al vertice della prima potenza mondiale Pagine Ebraiche ha interpellato diverse voci.
“Il mondo islamico moderato deve agire adesso”, il messaggio rilanciato con forza su Pagine Ebraiche dall'intellettuale Marek Halter. “L’Islam è purtroppo molto indietro rispetto ad altri credi. Siamo stati noi ebrei i primi, nella storia, a separare religione e politica. Mosè era il capo politico, i discendenti di Aron il clero. Una scelta e una distinzione netta. Altri hanno seguito questa strada, spesso con fatica, ma ce l’hanno fatta. All’appello manca l’Islam. Ed è una lacuna significativa, che purtroppo si ripercuote in modo tragico in questo nostro difficile presente”.
Al cuore fa riferimento anche Moshe Kantor, confermato alla presidenza dello European Jewish Congress. “La Comunità ebraica italiana – dice a Pagine Ebraiche – è molto vicina al mio cuore. A legare European Jewish Congress e UCEI è una amicizia di lunga data e una cooperazione profonda. Insieme lavoreremo all’obiettivo comune di promuovere e garantire la vita ebraica in Europa”.
Un futuro tutto da costruire, come quello su cui lavora da anni Sylvan Adams. Protagonista dell'intervista del mese, il filantropo alla guida dell'Israel Start-Up Nation racconta il significato del suo impegno per le due ruote, i risultati ottenuti, il sogno di vincere al Tour de France.
Sono numerosi i passaggi della Torah e di altri testi sacri in cui si afferma come il rispetto verso la cosiddetta "terza età" sia uno dei fondamenti della vita e della società ebraica. E come senza quel rispetto venga a mancare uno dei pilastri del nostro stare assieme. Lo raccontiamo nel grande dossier Anziani, con molti interventi e riflessioni sul tema.
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L'ULTIMO SALUTO ALL'EX PRESIDENTE UCEI
"A noi la sfida di proseguire il suo cammino"
Si sono svolti quest'oggi, al cimitero romano di Prima Porta, i funerali di Renzo Gattegna.
Un ultimo saluto in forma strettamente privata, con la partecipazione della Presidente UCEI Noemi Di Segni. A scortare il feretro dell'ex Presidente dell'Unione un corteo di macchine che è transitato nei luoghi a lui più cari, dall'abitazione privata al Tempio Maggiore della Capitale.
"Con il suo silenzio - sottolinea Di Segni - è calato quello mio, nostro, perché non ci sono le parole per descrivere l'immensità della perdita. Il suo modo di essere e di fare è stato per me, e sarà per sempre, un costante insegnamento. L'Italia intera lo piange in queste ore e la sua assenza come leader dell'ebraismo italiano, come cittadino, come professionista e ovviamente come marito, padre e nonno sarà travolgente".
"A noi - ha proseguito Di Segni - la sfida di proseguire il suo cammino, di essere voce delle sue parole, di essere la penna dei suoi pensieri e fatiche, di poggiare lo sguardo benevolo sugli altri, di trasmettere a chi ci è accanto le sue sagge valutazioni e decisioni, di saper partecipare alla vita degli enti ebraici e delle comunità con spirito di servizio e rettitudine, di essere gli occhi azzurri che vedono e comprendono la dura realtà, di fare conoscere e riconoscere il valore della presenza ebraica in italia e difendere libertà non scontate, di continuare a sognare".
Il segno lasciato nella società italiana da Gattegna è testimoniato anche dalle innumerevoli parole di cordoglio arrivate in queste ore dalla massime istituzioni del Paese. Il Capo dello Stato Sergio Mattarella è stato tra i primi a volerlo ricordare, sottolineando come Gattegna sia stato un esempio per il suo “impegno profuso con intelligenza, garbo ed equilibrio” al servizio dell’ebraismo italiano. “La sua autorevole guida, sempre improntata al dialogo e al confronto, è stata un faro non solo per l’ebraismo italiano ma per tutta la nostra società”, le parole del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. “Tutta l’Italia ha perso un cittadino speciale, un uomo che aveva fatto della custodia e della divulgazione della memoria una missione di vita. Ci mancheranno la sua intelligenza, la sua gentilezza, la sua capacità di dialogo”, la testimonianza della Presidente del Senato Elisabetta Casellati.
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LE REAZIONI DEL MONDO EBRAICO
"Leader e figura di grande levatura morale"
Un grande numero di messaggi sta arrivando in queste ore in redazione.
“L’Assemblea dei Rabbini d’Italia – si legge in una nota – è vicina al dolore dei familiari e partecipa al compianto di tutta l’Italia ebraica nel ricordo di Renzo Gattegna z.l., per molti anni Presidente dell’Ucei. Figura di grande levatura morale, distintosi anche sul piano professionale con una lusinghiera attività forense, mise sempre le sue esperienze e capacità al servizio delle istituzioni ebraiche; operando con il massimo impegno, con azione incisiva, con sensibilità e attenzione verso gli interlocutori e con una chiara visione dei problemi da affrontare seppe raccogliere stima e fiducia anche di settori diversi, contribuendo a rafforzare le istituzioni ebraiche in Italia che rappresentò anche all’esterno con grande efficacia. Yehì Zikrò baruch. Il suo ricordo sia di benedizione”.
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IL RICORDO DEL VICEPRESIDENTE UCEI GIULIO DISEGNI
Un leader che affrontava i problemi,
senza lasciare nulla di intentato
Come accade per le grandi figure che ci lasciano, molto è stato detto in questi giorni su Renzo Gattegna, uomo equilibrato, sensibile, attento alle persone prim’ancora che alle cose.
E giustamente se ne è parlato molto perché Renzo, insieme a questa sua condizione che lo caratterizzava, di equilibrio e di sensibilità, di concretezza e di determinazione, era comunque un uomo delle istituzioni, che ha saputo portare l’ebraismo italiano, in continuità con i Presidenti che l’hanno preceduto, gli indimenticabili Tullia Zevi e Amos Luzzatto, ad una realtà di eccellenza, quale merita.
Nei sei anni in cui ho avuto il privilegio di collaborare con lui, prima come Consigliere, poi come Vice Presidente dell’Ucei, ho apprezzato soprattutto la sua pacatezza e il suo garbo, ma anche il forte e intenso amore per le cose ebraiche e per non lasciare mai nulla di intentato per raggiungere un obiettivo. Una caratteristica non di pochi, che lo faceva apprezzare da tutti, per quell’innato senso della giustizia e del desiderio di cercare sempre e comunque una soluzione ai problemi, quali che fossero.
Voglio peró ricordare qui due tra i suoi molteplici interessi e obiettivi.
Anzitutto, assicurare e garantire la libertà e l’autonomia delle comunità ebraiche all’interno del tessuto sociale e statale e il diritto di ogni ebreo di essere sempre e comunque se stesso, nel rispetto della Costituzione, delle regole democratiche e dei dettami dell’ebraismo, nello spirito cioè di quell’Intesa tra lo Stato italiano e l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, che ha sempre caratterizzato e diretto la sua opera. Garanzie che hanno costituito l’ossatura nel passaggio, avvenuto sotto la Presidenza di Gattegna, dal precedente sistema statutario al nuovo assetto istituzionale che l’Unione si è dato nel 2012, con l’approvazione di un nuovo organismo più ampio e rappresentativo dell’Italia ebraica, quale quello attualmente in vigore.
Ma voglio anche ricordare il suo impegno, innovativo per l’ebraismo italiano, di occuparsi di un progetto per il Meridione, una realtà complessa e delicata in cui Renzo Gattegna ha, tra i primi, avvertito che lì affioravano molti spunti e molti impulsi diretti a far emergere un ebraismo nascosto da secoli in molti, persone e luoghi, in grado di portare, in un futuro speriamo non lontano, nuova linfa alla due volte millenaria storia dell’ebraismo italiano.
Renzo, in queste due tematiche, come in tutte quelle di cui si è occupato, ha messo la sua sensibilità e il suo senso di giustizia, che includeva il far sentire tutti in pari condizione e in pari dignità, al servizio della “causa”, una causa in cui lui ha creduto fino all’ultimo.
Giulio Disegni, Vicepresidente UCEI
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IL WEBINAR SUL MEDIO ORIENTE DELL'AMERICAN JEWISH COMMITTEE
"Su Hezbollah l'Italia faccia come la Germania"
“Hezbollah è un’organizzazione terroristica e va trattata come tale. Il rifiuto dell’Italia di dichiarare ciò nell’errata convinzione che questa posizione aiuti a proteggere le vite dei coraggiosi soldati italiani del contingente Unifil è indifendibile. Anche la Germania contribuisce alla missione Unifil. Eppure ha chiaramente denunciato cosa sia Hezbollah”.
È la posizione espressa dall’ex ministro degli Esteri Giulio Terzi di Sant’Agata, già ambasciatore d’Italia in Israele, nel corso di un webinar sul futuro del Medio Oriente dopo le elezioni americane coordinato da Lisa Palmieri-Billig, rappresentante in Italia e presso la Santa Sede dell’American Jewish Committee.
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LA CERIMONIA A FIRENZE
Un albero per Enrica Calabresi
Nelle scorse ore, nel giorno del suo compleanno, una cinquantina di persone, nonostante il Covid, ha presenziato alla cerimonia per la piantagione di un albero in memoria di Enrica Calabresi, nota entomologa ferrarese da decenni stabilitasi a Firenze, la città dove si era laureata, aveva lavorato alla Specola, l’antico museo delle scienze, ed insegnato nei licei prima di vincere una cattedra a Pisa. Troncata la sua carriera dalle leggi razziste, vi era tornata accettando di insegnare nella scuola ebraica gestita dalla Comunità. Il giardino di Piazza d’Azeglio, prossimo alla sinagoga, è stato scelto per piantarvi un albero, donato dall’Associazione degli Avvocati che promuove questo modo di ricordare le persone care, progetto cui si è associato il Comune.
Lionella Viterbo
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Renzo e quella sintesi sussurrata
Due viaggi a Gerusalemme, due visite al Tempio Maggiore di Roma. Tappe fondamentali di due pontefici, lontani anni luce tra loro, ma legati da un filo invisibile di dialogo con il mondo ebraico, ciascuno a suo modo. Benedetto XVI e Francesco hanno incontrato e dialogato con Renzo Gattegna, per un decennio massima autorità “civile” delle comunità ebraiche nazionali e quindi voce delle istanze di un popolo, italiano prima degli italiani, costretto a far i conti con i rigurgiti di un antisemitismo non troppo strisciante. In questi eventi di incontro tra il mondo ebraico e quello cattolico avevo sempre parlato con lui, e da lui arrivava ogni volta un’interpretazione non scontata di cosa stava realmente accadendo.
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Ticketless - Le strane nozze di Diamantina
Rinaldo De Benedetti (1903-1996), meglio noto con lo pseudonimo Didimo (o Sagredo), è il più vicino a Primo Levi e a Rita Levi Montalcini per interessi e orientamento culturale, per i suoi libri di storia della scienza e per i suoi articoli di divulgazione, per le sue memorie autobiografiche. Molti dei suoi racconti orali – ho fatto in tempo a conoscerlo e ad ascoltarli dalla sua viva voce – li ho ritrovati in questo delizioso libretto apparso postumo, Le strane nozze di Diamantina e altri racconti(prefazione di Corrado Viola, L’orto della cultura, 2020), dove si raccontano storie e favole per l’infanzia e non solo. Uno scrittore da riscoprire.
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Il futuro del Medio Oriente
Gli accordi di Abramo siglati a Washington il 14 settembre fra Israele, Emirati Arabi Uniti e Bahrein sotto l’egida di Donald Trump hanno davvero una portata storica. Non nascono dal nulla, ma sono figli di un percorso pervicacemente seguito da Bibi Netanyahu, che ha cercato la sponda araba per contrastare l’accordo con l’Iran (anch’esso senz’altro storico) voluto dal precedente presidente Usa Barack Obama.
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Periscopio - Il vittimismo palestinese
Nelle mie note degli scorsi 28 ottobre e 4 novembre ho avuto modo di svolgere alcune considerazioni sul fenomeno dell’allacciamento di relazioni diplomatiche tra Israele e alcuni strati arabi, da sempre storici nemici, quali gli Emirati Arabi Uniti, l’Oman e il Bahrein (con il tacito assenso dell’Arabia Saudita, senza il cui placet sicuramente l’operazione non sarebbe andata in porto). E ho posto tre domande.
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Una sentenza storica
All’arrivo di quella sentenza di primo grado ci fu soddisfazione generale, o quasi: era sì una vittoria, ma decisamente zoppa, forse così tanto da rivelarsi un vero boomerang per l’intera popolazione ebraica italiana e per le minoranze in generale. Appena iniziai ad esporre le mie considerazioni all’allora presidente della Comunità di Mantova, Fabio Norsa zl, lui mi fermò: “Inutile dettagliare a me concetti che sono estranei al mio mestiere: scrivi tutto e manda a Renzo Gattegna. Intanto io lo chiamo per avvisarlo”.
Angelica Bertellini
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Consapevole del proprio valore
Un giornalista americano ha scritto che l’elezione di Biden segna un ritorno alla decency, un termine che in inglese vuol dire molto più di decenza, perché implica un giudizio etico di moralità, onestà, tranquilla autorevolezza.
Se penso alla persona che meglio incarna questo concetto, penso a Renzo Gattegna. Al di là delle sue qualità intellettuali, delle sue capacità diplomatiche nel tenere il timone di una istituzione complessa e spesso conflittuale come l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, del prestigio che circondava il suo nome, Renzo era un uomo profondamente decent.
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Il segno di un leader vero
Renzo Gattegna, sia il suo ricordo in benedizione, non è stato solo un grande presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, ma anche e soprattutto un grande ebreo che ha fatto del volontariato la sua vita comunitaria. È stato vicino a rav Elio Toaff, con lui e Pacifico Di Consiglio, detto Moretto, sono stati gli ideatori ed i promotori del gruppo di volontariato ebraico forse più importante d’Europa, sicuramente d’Italia.
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Esempio di pacatezza e umanità
Con grande tristezza apprendo della scomparsa terrena di Renzo Gattegna, zl, del quale ho potuto apprezzare, nel corso della mia esperienza in UCEI e poi anche quale Consigliere di Comunità di “periferia”, l’eleganza anche nei modi, la pacatezza e l’umanità pure quando, come è ovvio e normale che sia nell’esercitare funzioni e incarichi, gli animi si surriscaldavano e le opinioni si confrontavano magari vivacemente.
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