L'INTERVENTO DEL RABBINO CAPO DI GRAN BRETAGNA RAV EPHRAIM MIRVIS
"Vita ebraica, è tempo di costruire nuovi percorsi"
La pandemia ha stravolto, tra le tante cose, anche la vita ebraica e delle singole comunità, segnandone infrastrutture e istituzioni. Ma questo stravolgimento deve essere tradotto in un'opportunità per reimmaginare il modus operandi delle organizzazioni ebraiche. A scriverlo, il rabbino capo di Gran Bretagna Ephraim Mirvis in una riflessione pubblicata di recente sul Jewish Chronicle e legata all'anniversario dell'inizio della pandemia. Secondo il rav, le comunità ebraiche devono, a causa della crisi, pensare ad un “cambio di paradigma”. “All’inizio del XX secolo, - si legge nel suo editoriale - la maggior parte delle nostre ‘case di culto’ erano poco più di questo: luoghi di preghiera formale e congregazionale. Più recentemente, li abbiamo sviluppati in centri di eccellenza religiosa, educativa, sociale e culturale ebraica. Tuttavia, credo che questo sia un momento storico in cui dobbiamo considerare come le nostre comunità dovrebbero evolvere ancora una volta, per consegnare nel modo più efficace la nostra preziosa eredità ebraica alla prossima generazione”.
Secondo il rav è necessario imparare da quanto accaduto in questo anno di emergenza sanitaria, e non ignorare i suoi diversi risvolti. “Solo nell’ambito del culto sinagogale, il numero di lezioni che sono state apprese nell’ultimo anno è stato considerevole. Abbiamo imparato che c’è qualcosa di prezioso negli eventi con una maggiore accessibilità online, nelle riunioni fisiche più piccole e nelle celebrazioni meno ostentate”. In particolare Mirvis invita a continuare a trarre beneficio da quella che definisce “la rivoluzione dello zoom”, ovvero la vita online da affiancare a quella fisica. “Spesso la presenza fisica migliora significativamente l’ispirazione che riceviamo, quindi alcuni eventi dovrebbero rimanere esclusivamente di persona. Altri dovrebbero essere esclusivamente online, mentre molti dovrebbero sicuramente essere eventi ibridi, in modo che un pubblico globale possa beneficiarne”.
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PAGINE EBRAICHE APRILE 2021 - DOSSIER SCACCHI
Misha Tal, genio imprevedibile e ardito
La storia dei campioni del mondo di scacchi è ricca di personaggi affascinanti e geniali. Michail Nehemievich Tal, l’ottavo campione del mondo, è a mio parere il più affascinante di tutti e uno dei pochissimi veri geni del “nobil giuoco”, in anticipo sui tempi e non pienamente compreso dai suoi contemporanei. E poi, come ricorda Tibor Karolyi nei tre libri che compongono la raccolta delle migliori partite di Tal, “...il suo gioco spettacolare e la sua personalità incantevole gli hanno assicurato l’affetto imperituro degli appassionati di scacchi di tutto il mondo come mai prima di lui e forse come mai dopo”.
Come si fa a non amare Tal? Come si fa a non amare uno che prendeva in giro Bobby Fischer con battute irresistibili, uno che affermava che “Negli scacchi esistono due tipi di sacrifici: quelli corretti... e i miei”, uno che costretto in un letto di ospedale in condizioni gravissime eludeva la sorveglianza di medici e infermieri per andare a giocare “blitz” e battere l’allora campione del mondo Kasparov?
È impossibile. Tal nacque il 9 Novembre 1936 a Riga, la capitale della Lettonia, in una famiglia ebraica. La madre, Ida Gigorievna, apparteneva alla media borghesia e faceva la bibliotecaria mentre il padre, Nehemia Tal, era un dottore. “Misha” (il diminutivo di Michail) aveva un fratello maggiore, Yakov, che seguì le orme del padre diventando anch’egli dottore.
Mario A. Manasse, Direttore tecnico circolo scacchistico Michail Tal
Dossier Scacchi - Pagine Ebraiche Aprile 2021
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LE INIZIATIVE A 100 ANNI DALLA SCOMPARSA
"Ernesto Nathan, una lezione europea"
Poche figure si stagliano, nella storia recente di Roma, alla quota raggiunta da Ernesto Nathan. Sindaco della Capitale dal 1907 al 1913, ebreo laico e fervente mazziniano, riformatore dalla visione ampia ma anche dallo spiccato pragmatismo, fu tra i principali protagonisti di un’epoca. Un’esperienza di servizio pubblico che il Ministero dello sviluppo economico ha scelto di celebrare questo venerdì, nel centesimo anniversario dalla scomparsa di Nathan, con l’emissione di un francobollo commemorativo. Simbolicamente un ponte con quanto avverrà appena pochi giorni dopo, il 15 aprile, quando un altro francobollo (nel centenario dalla nascita, rispondendo a una richiesta in tal senso dell’UCEI) ricorderà Settimia Spizzichino, unica donna sopravvissuta tra quante furono catturate nella retata del 16 ottobre 1943.
La figura del grande sindaco vive anche in una serie di iniziative editoriali coordinate dalla professoressa Marisa Patulli Trythall, a capo del Progetto Nathan. Due raccolte di saggi hanno visto la luce (e una terza seguirà a breve) con l’obiettivo di ripercorrere “gli anni della sua sindacatura, ma anche il percorso etico e politico che lo mosse, partendo da Mazzini per prendere poi forma autonoma e attestarsi su tanti, diversi, piani politici” (l’editore è Nova Delphi Academia).
Ernesto Nathan. L’etica di un sindaco è stato il primo volume a vedere la luce. È poi arrivato 150 anni sulla breccia. Roma, una capitale in trasformazione. Un ulteriore testo, in stampa nei prossimi mesi, sarà specificamente dedicato all’anniversario. Numerosi gli studiosi che hanno offerto un contributo per ragionare su quegli anni, il loro significato ma anche la loro eredità. Un patrimonio vivo d’idee e ideali.
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L'ATTRICE INGLESE PROTAGONISTA DEL PROSSIMO FILM DI GUY NATTIV
Israele sul grande schermo:
Helen Mirren sarà Golda Meir
Sarà l’attrice Premio Oscar Helen Mirren a interpretare Golda Meir, figura simbolo dello Stato d’Israele, nel nuovo film “Golda” del regista israeliano Guy Nattiv. Un sodalizio nel segno del grande cinema: anche Nattiv ha vinto la prestigiosa statuetta con il cortometraggio Skin, basato su una storia vera e premiato nel 2019 come “Best live action short fiction”.
Le riprese del nuovo film dovrebbero iniziare ad ottobre. “Sono nato durante la guerra dello Yom Kippur. Raccontare la storia di questa affascinante figura, la prima e unica donna ad aver guidato Israele, sarà un grande onore” ha affermato Nattiv, annunciando la scelta di Mirren. Un’attrice che il regista ha definito “leggendaria” e la più adatta per portare alla vita una storia così “epica, emozionale e complessa”.
La storia di Golda intriga sempre di più il piccolo e grande schermo. Alla prima donna premier a Gerusalemme sarà infatti dedicata una serie tutta incentrata sulla sua vita, prodotta da Barbra Streisand e con principale protagonista Shira Haas (la star di Unorthodox).
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IL CORTOMETRAGGIO DI GUY NATTIV, PREMIO OSCAR NEL 2019
Skin, l’odio sulla pelle
Al supermercato un uomo sorride a un bambino di dieci anni. Sono in attesa alla cassa, in file diverse. Il bambino risponde con un sorriso e ride quando l’uomo gli mostra un giocattolo. E’ un attimo di pura innocenza che finisce però per innescare una sanguinosa guerra fra gang. L’uomo è infatti afro-americano e il padre del bambino un suprematista bianco.
È la storia al centro di Skin, il corto dell’israeliano Guy Nattiv, nominato agli Oscar come Best live action short fiction. Sviluppato successivamente in un lungometraggio dal medesimo titolo, con Jamie Belle e Vera Farmiga, Skin prende le mosse da uno spunto di cronaca per raccontare come l’odio del razzismo si tramandi di padre in figlio e intrappoli le generazioni in un ciclo di violenza infinita.
La notizia da cui è nato Skin, racconta Guy Nattiv, descriveva la vicenda paradossale di un padre neonazista che aveva insegnato al figlio a sparare e a odiare chi era diverso da lui.
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DOPO IL RILANCIO DELLE TRATTATIVE TRA IRAN E USA
Israele e l'accordo nucleare da riscrivere
Nel suo viaggio di marzo tra Francia, Germania e Austria, il capo di Stato maggiore israeliano Aviv Kochavi aveva già espresso chiaramente la posizione di Gerusalemme sull'accordo iraniano. Tornare a quello siglato nel 2015 dagli Usa, la sua posizione, sarebbe un pericolo per la sicurezza d'Israele e non solo. Al seguito del Presidente Reuven Rivlin, Kochavi aveva chiarito agli interlocutori francesi, austriaci e tedeschi che Israele è pronta a fare da sola e intervenire militarmente pur di impedire all'Iran di dotarsi di un'arma nucleare. Il generale ha inoltre ripetutamente invitato la nuova amministrazione degli Stati Uniti, guidata da Joe Biden, a proseguire con la politica delle sanzioni ed evitare qualsiasi riapertura a Teheran. Un invito non raccolto da Washington che in questi giorni è impegnata, insieme all'Europa, in difficili trattative trilaterali con il regime degli Ayatollah proprio sul nucleare. “Il pericolo che l'Iran ritorni, e questa volta con un imprimatur internazionale, a un percorso che gli permetterà di sviluppare un arsenale nucleare è alle nostre porte proprio oggi”, ha dichiarato il Primo ministro Benjamin Netanyahu in queste ore, in linea con gli avvertimenti di Kochavi. Ma in Israele c'è chi si interroga se questo sia l'approccio più utile.
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IL PREMIO CONFERITO A DUBAI ALL'ONG SAVE A CHILD'S HEART
Dall'Iraq a Gaza, curare i cuori dei bambini
La missione dei medici israeliani
A sole poche settimane di età, nell’ottobre scorso il piccolo Mahmad è stato portato d’urgenza da Gaza al Wolfson Medical Center di Holon, in Israele. Aveva difficoltà respiratorie e soffriva di un pericoloso difetto cardiaco. Era importante intervenire con velocità e per questo il cardiologo pediatrico palestinese Abdelrahim Azab aveva suggerito alla famiglia di fare affidamento sull’organizzazione umanitaria israeliana Save a Child’s Heart. Appena ricevuto la richiesta, l’ente israeliano si è messo in moto e ha organizzato nell’ospedale di Holon, con cui collabora da tempo, l’operazione per il piccolo paziente. In sala operatoria tutto è andato per il meglio, il grave problema cardiaco è stato risolto e Mahmad ha potuto riabbracciare la sua famiglia. “Save a Child’s Heart ha combattuto per la vita di mio figlio tanto quanto me. Ci ha dato tutto ciò di cui avevamo bisogno. Per noi oramai sono parte della famiglia”, il racconto della madre di Mahmad. Questa è solo una delle migliaia di storie legate a Save a Child’s Heart, che dal 1995 si occupa di portare in Israele bambini provenienti da diverse parti del mondo e salvare loro la vita grazie ad operazioni chirurgiche al cuore. Una missione meritoria all’insegna della solidarietà senza confini, che in questi giorni ha ricevuto un nuovo riconoscimento: il premio dell’Abrahamic Business Circle, ente che promuove la cooperazione in diversi ambiti tra Israele ed Emirati Arabi Uniti.
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UCRAINA, UN SEGNO DI RINASCITA EBRAICA NEL LUOGO DELL'ECCIDIO
Babij Jar, una sinagoga per la Memoria viva
“Mi sembra d’essere io un figlio di Israele. Mi sembra di essere io Dreyfus. Mi sembra di essere io un bimbo di Bialystok. Mi sembra di essere io Anna Frank”.
Esattamente 60 anni fa, con questi versi, il poeta russo Evgenij Evtushenko esprimeva il proprio sconvolgimento interiore per la scoperta di quanto avvenuto, tra il 29 e il 30 settembre 1941, a Babij Jar. Decine di migliaia gli ebrei ucraini uccisi in poche ore dalle SS con l’aiuto della polizia di Kiev, che attivamente partecipò al massacro. Una pagina d’orrore che proprio allora emergeva da un oblio che anche le forze d’occupazione sovietiche avrebbero contribuito, negli anni successivi, ad alimentare.
In quegli stressi luoghi, a 80 anni dalla carneficina, e in occasione di Yom HaShoah, avverrà tra qualche ora qualcosa di molto significativo: l’inaugurazione di una sinagoga, realizzata dall’architetto di fama internazionale Manuel Herz e ispirata come modello alle tradizionali sinagoghe lignee dell’Est Europa risalenti al Sei-Settecento e in gran parte distrutte dai nazisti.
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30 APRILE IL TERMINE PER L'INVIO DELLE CANDIDATURE
Assistente del rabbino capo,
il bando della Comunità di Firenze
Chazanùt, lettura della Torà, esperienza di insegnamento a bambini, ragazzi e giovani adulti, controllo kashrùt, conoscenza della lingua ebraica. Sono le principali competenze richieste dalla Comunità ebraica fiorentina, alla ricerca di una persona da inserire nella struttura comunitaria nel ruolo di assistente del rabbino capo. “Per una Comunità di medie-dimensioni, quale è Firenze, una persona sola non può bastare. Cerchiamo qualcuno con forti motivazioni e capacità empatiche”, sottolinea rav Gadi Piperno, insediatosi nel novembre del 2019. Elemento preferenziale di valutazione sarà il conseguimento di un titolo presso il Collegio Rabbinico Italiano (chakhàm, maskil, mashghìach). Ai vari candidati (la scadenza del bando è stata fissata al 30 aprile) sarà inoltre chiesta la disponibilità a trasferirsi localmente
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INIZIATIVE E TESTIMONIANZE
Rav Richetti, l’archivio della memoria
“Un ‘vicino di casa’ cordiale e sorridente”. Così la Fondazione Cdec ricorda il rav Elia Richetti, di cui nelle scorse ore si sono svolti i funerali a Milano.
“Per la biblioteca del Cdec e per tutti noi era un eccezionale punto di riferimento per qualsiasi questione di carattere religioso, sempre disponibile a rispondere ai nostri quesiti con spiegazioni rigorose ed erudite e tuttavia mai autoritarie. Con lui celebravamo le feste ebraiche, accompagnati dal canto distinto e armonioso della sua voce che arrivava fino ai piani alti del nostro edificio”, sottolinea lo staff della Fondazione. Negli anni rav Richetti ha donato al Cdec la documentazione della sua famiglia. Materiali che sono conservati in un fondo a suo nome e che saranno presto resi disponibili, si annuncia, “con l’intento di contribuire a onorare la sua memoria, mantenendola viva”.
Una figura che resterà nel cuore di molti. A Milano, ma non solo. Bene lo racconta Nathan Neumann nella testimonianza che pubblichiamo di seguito.
Avevo all’incirca cinque anni quando l’ho conosciuto, forse meno.
Non sono molti gli adulti che ti guardano davvero e di questo i bambini se ne accorgono, se ne accorgono subito. Mi guardava e mi sorrideva con quella sua bellissima folta barba, io mi avvicinai e mi presentai: “Ciao, sono Nathan e questa è la mia fidanzata”. Si vedeva che era divertito dalla scena ma non la sminuì con una semplice risata, si abbassò e fissandomi attraverso gli occhiali mi tese la mano: “Piacere, sono Elia”, io la strinsi. Poi con il dorso della mano mi fece un buffetto, il legame si era già saldato.
Era appena arrivato a Trieste e questo episodio lo abbiamo rievocato più volte negli anni. Alle elementari attendevo con gioia le sue lezioni e vederlo arrivare era sempre una festa. Insegnava, spiegava, raccontava barzellette, tirava fuori mille aneddoti personali e familiari e faceva delle fantastiche imitazioni.
Dopo la lezione di storia ebraica ci faceva fare dei disegni e gli faceva molto ridere il fatto che io disegnassi Abramo, Isacco e Giacobbe con cintura e fibbia.
Nathan Neumann
(Nell’immagine, diffusa dal Cdec, rav Richetti sulla tevà del Tempio milanese di via Guastalla assieme a rav Eliezer Coen e rav Kopciowski)
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Ticketless - Omaggio per recensione
La vicenda di Monica Amore, consigliera comunale 5 stelle a Torino, autrice di un post antisemita, si è chiusa in modo troppo dolciastro per i miei gusti. Di natura sono comprensivo, ma Monica, se fosse dipeso da me, l’avrei lasciata sulla graticola per qualche mesetto ancora. Insieme alle scuse che le sono state richieste (arrivate, ma frettolose come c’era da aspettarselo), le avrei assegnato un penso. Avrei fatto uno strappo a una regola vigente in tutte le case editrici, le quali, a quanto mi consta, non sono solite inviare libri per recensione ai blogger cinquestelle. Si sa che i grillini leggono solo quello che gli viene comodo. Pazienza: le avrei regalato lo stesso un libro chiedendole di scrivere una recensione da pubblicarsi sul blog di Grillo (visti i frequenti scivoloni di un movimento lesto sempre nel cercare la scorciatoia dell’accusa contro la finanza ebraica internazionale). Non bisogna mai disperare.
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Periscopio - Barzellette
Il libro Le migliori barzellette ebraiche, a cura di Roberto Modiano, recentemente pubblicato (Etabeta), rappresenta davvero una silloge di notevole valore, la cui lettura sarà quanto mai utile e gradevole non solo per chi voglia rilassarsi e sorridere grazie a qualche arguta freddura, ma anche per chi desideri addentrarsi più in profondità nella conoscenza e comprensione di quel fenomeno così complesso e caleidoscopico che è l’ebraismo.
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Tempi dell’uomo e della musica
La proliferazione di performance di teatro leggero, parodia e cabaret in cattività civile e militare durante il nazionalsocialismo e lo stalinismo non rispondeva soltanto alla richiesta di intrattenimento da parte della maggior parte dei civili deportati e militari internati o alla nutrita presenza, nelle loro fila, di artisti di strada, varietà e spettacolo popolare.
Uno dei capolavori della satira e della parodia d’autore della produzione musicale concentrazionaria consisteva nell’inserimento più o meno occulto nella trama della partitura di inni patriottici o nazionali; del proprio Paese per celebrarlo o di quello nemico per esorcizzarlo.
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La filosofia del bosco a Sasa
La sala delle assemblee del kibbutz è affollata. Il grande cerchio di sedie non basta per accogliere tutti: giovani coppie di genitori, nonni, educatori e formatori di ogni età. Questa volta non si parla di bilancio, di start up o di politica. Si parla di pedagogia. Quindici giovani coppie del kibbutz, dopo mesi di ricerca e progettazione, chiedono alla comunità di aprire nella scuola elementare Nof Harim (Paesaggio di monti) una classe sperimentale speciale ispirata alla Pedagogia del Bosco.
Angelica Edna Calo Livne
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