Orrore senza fine

Esecuzioni sommarie, bambini usati come scudi, mine nei cadaveri: è soltanto l’ultimo orrore denunciato dalle autorità di Kiev.
“Stiamo continuamente parlandoci, cerchiamo soluzioni. Ma tutti i problemi chiave restano irrisolti e oltretutto qui vale la vecchia regola della diplomazia, per cui nulla è stato concordato sino a che tutto è stato concordato”, sottolinea il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba in una intervista con il Corriere. Anche perché, aggiunge, “sul campo l’esercito russo continua ad attaccare: sparano missili sulle nostre città, i loro soldati compiono crimini contro l’umanità”. Un dramma umanitario dalla portata universale. “Abbiamo l’obbligo morale di aiutare Kiev. Non possiamo ripetere l’indifferenza che subì la Guerra civile spagnola, quando i Paesi democratici scelsero la neutralità davanti a Franco, sostenuto invece da Hitler e Mussolini” ricorda lo scrittore Javier Cercas in un colloquio con Repubblica.
Tra le conseguenze del conflitto anche un radicale ripensamento, a Occidente, in materia di approvvigionamento di risorse. Il Corriere segnala al riguardo le quotazioni in ascesa dell’Iran, che potrebbe sfruttare il petrolio per ottenere benefici nell’ambito del negoziato sul nucleare.

Repubblica ripercorre la storia di Patrick Zaki alla vigilia dell’udienza che potrebbe decidere la sua sorte. Una vicenda segnata da angoscia, speranza, solidarietà. A tal proposito si evidenzia come in Parlamento la proposta di renderlo cittadino italiano a tutti gli effetti abbia preso “il volto della senatrice a vita Liliana Segre”.

Sventato da Israele un altro attacco terroristico in preparazione da parte di esponenti della Jihad islamica. Tre i miliziani uccisi venerdì in uno scontro a fuoco avvenuto a Jenin. Secondo fonti israeliane “i palestinesi stavano andando a compiere un attacco in un’auto” (Il Giornale).

La descrizione in toni denigratori dei “farisei” e del loro mondo da parte di esponenti della Chiesa non è purtroppo un tema nuovo. Non fa eccezione l’odierno intervento sul Fatto Quotidiano di Antonio Spadaro, il direttore di Civiltà Cattolica, che parlando dell’episodio della lapidazione di Maddalena ce li descrive così: “Invasati dallo spirito di accanimento, che è l’espressione meschina di una intelligenza machiavellica”.

Il Museo ebraico di Roma ospiterà da domani una conferenza in due giornate per approfondire e indagare le tipologie architettoniche delle tre principali religioni monoteiste, oltre agli scambi e contaminazioni reciproche. L’appuntamento è segnalato sulle pagine romane del Corriere.

Furio Colombo, sul Fatto Quotidiano, si rivolge a quei “pacifisti” che hanno abbracciato, in merito all’aggressione russa all’Ucraina, una posizione difficilmente comprensibile. Ad essere citata è, in particolare, Donatella Di Cesare. “La guerra con l’Ucraina un giorno finirà. Ed è bene che sappiamo accogliere fra di noi quella Russia che ci è vicina”, scrive Wlodek Goldkorn sull’Espresso in un viaggio letterario ricco di riferimenti ebraici.

Il domenicale del Sole 24 Ore si sofferma su “Preludio al Ghetto”, di Renata Segre, che racconta la vita degli ebrei veneziani prima del 1516 anno della sua istituzione. Sulla Lettura del Corriere una recensione molto positiva a “Gli Effinger”, la saga di una famiglia ebraica berlinese dalla fine dell’Ottocento fino alla Shoah tra “ascese, cadute, matrimoni, banchetti, balli, passioni, scontri tra padri e figli” di Gabriele Tergit.

Altre segnalazioni: sempre sul Corriere si recensisce “Se solo il mio cuore fosse pietra”, di Titti Marrone, incentrato sulle storie dei bambini sopravvissuti alla Shoah di cui si prese cura Anna Freud; mentre la Lettura, per andare alle origini del conflitto in corso, propone “Requiem siriano” degli israeliani Itamar Rabinovich e Carmit Valensi.

Mercoledì a Roma al via la prima edizione del Festival del Carciofo Romanesco. “Un’autentica festa diffusa tra vicoli e piazzette all’ombra del Portico d’Ottavia”, segnala Il Messaggero.

Cyrille Cohen, consigliere del governo israeliano, descrive al Fatto Quotidiano una situazione stagnante sull’inoculazione della quarta dose: “È lenta. Metà delle persone vaccinate hanno più di 60 anni”.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(3 aprile 2022)