Putin e la minaccia
di una guerra totale
“L’offensiva russa procede in una maniera così lenta e così poco incisiva da portare analisti, militari e politici ad interrogarsi sulla strategia di Mosca. Possibile che il Cremlino si rassegni a vedere il suo esercito impantanato nel Donbass? Oppure Vladimir Putin ha in mente piani di riscossa?”, scrive su Repubblica il vicedirettore Gianluca Di Feo. Interrogativi a cui risponde il britannico Indipendent secondo cui Putin avrebbe intenzione dal 9 maggio di intensificare le azioni proprio nel Donbass, trasformando “l’operazione speciale” in “guerra totale”. Parole minacciose, queste ultime, che aprono la prima pagina de La Stampa, a cui si affianca il racconto del protrarsi dei bombardamenti russi sulle città ucraine, da Kharkiv a Odessa. Sui missili su quest’ultima apre Repubblica, raccontando come sia stato colpito il locale aeroporto.
A Mariupol, ormai caduta in mano russa, le autorità ucraine accusano i soldati di Mosca di aver depredato il patrimonio culturale della città. “Il bottino include tele del pittore locale vissuto nel XIX secolo Arkhip Kuindzhi – scrive il Corriere – oltre a lavori del pittore romantico Ivan Aivazovsky, ma anche un antico testo della Torah ebraica scritto a mano e la copia di un Vangelo pubblicato a Venezia nel 1811 e donato alla comunità greca di Mariupol”.
Energia, nuovi equilibri. L’invasione russa in Ucraina ha costretto come è noto i paesi europei a ridefinire le proprie strategia rispetto alle risorse energetiche. Troppo dipendenti dal gas russo, paesi come Germania e Italia stanno cercando altre soluzioni per soddisfare il proprio fabbisogno interno. E Maurizio Molinari su Repubblica evidenzia come per il nostro paese tra le opportunità da sfruttare ci sia l’accordo “con Israele per far arrivare il gas del mega-giacimento ‘Leviathan’ davanti Tel Aviv fino in Egitto, attraverso il già funzionante ‘gasdotto della pace’, per aumentare l’import di gas liquido via nave. E poi c’è la seconda: un accordo con la Turchia per portare in Europa, via terra, non solo il gas israeliano ma anche quello azero e dell’Asia Centrale”.
Il terrore contro Israele. Aveva 23 anni Vyacheslav Golev, guardia di sicurezza israeliana uccisa nell’attentato terroristico palestinese della scorsa notte nell’insediamento israeliano di Ariel. Nell’attacco di venerdì sera, compiuto con armi da fuoco, il giovane ha usato il suo corpo per proteggere la propria fidanzata, salvandole la vita. Gli attentatori, due ventenni palestinesi, sono stati arrestati dopo una prolungata caccia all’uomo.
Milano, targhe per non dimenticare. Non più un generico riferimento agli “esseri umani”, ma una chiara indicazione che tra le vittime delle torture naziste all’ex Alberto Regina di Milano c’erano anche gli ebrei. A indicarlo, la nuova targa che verrà apposta domani mattina in uno dei luoghi simbolo dell’occupazione nazista a Milano. “La modifica si deve al ritrovamento di fondamentali documenti negli archivi statali e di San Vittore che hanno permesso di stabilire con certezza che nelle stanze dell’ex albergo passarono anche ebrei destinati alla prigionia”, racconta il Corriere nelle sue pagine milanesi. “Dai documenti ritrovati ne risultano almeno tre. Si tratta dell’avvocato Giulio Agostino Astoli, di Erich Wachtor, un profugo di origine viennese, e del professor Jusuf Roberto Mandel, storico e saggista”, aggiunge al quotidiano Marco Cavallarin, tra i promotori dell’iniziativa.
Germania-Italia, confronto in tribunale. La Germania ha fatto nuovamente appello al Tribunale dell’Aja per fermare le richieste di risarcimenti che arrivano dalle corti italiane per le vittime delle stragi naziste. Ne parlano oggi Quotidiano Nazionale e Fatto Quotidiano, evidenziando come Berlino abbia spiegato di aver già provveduto ai risarcimenti in passato. A dare ragione alla Germania, una sentenza internazionale del 2012, ma dai tribunali italiani – sulla base di una recente giurisprudenza – in questi anni sono proseguiti gli iter per chiedere i danni per le vittime delle stragi.
Segnalibro. “Un percorso dentro la spiritualità e la prassi del mondo ebraico ortodosso, restando ancorati al linguaggio e alle categorie della tradizione ma con lo sguardo ai grandi temi dell’attualità, in particolare la cura del creato e il rapporto fra fede e scienza”, così Massimo Giuliani su Avvenire descrive l’ultimo saggio firmato da rav Alberto Moshe Somekh, Torà: L’albero capovolto (Giuntina). Manifesto e Sole 24 Ore presentano invece Gli Effinger dello scrittore Gabriele Tergit, pubblicato per la prima volta nel 1951 e oggi riscoperto e tradotto da Einaudi. “Gli Effinger – spiega Giulio Busi sul Sole – si estende dal 1878 al 1948. Tra queste due colonne temporali non c’è solo la vicenda di una famiglia ebraica berlinese. Ci sono l’illusione e la tragedia dell’assimilazione, il fato della metropoli, il rincorrersi dei sogni individuali e dei bruschi risvegli collettivi”.
Lingua ed esilio. Sulle pagine della Lettura del Corriere, lo scrittore Mauro Covacich riflette sul ruolo della lingua e dei paesi d’origine nel lavoro letterario degli scrittori esuli. “Si può lasciare il proprio Paese, la propria cultura, ma questi non lasciano mai lo scrittore, la sua scrittura, come è evidente in tutti i figli della diaspora per eccellenza, quella ebraica, anche di seconda o terza generazione”, scrive Covacich citando Saul Bellow, Isaac B. Singer, ma anche Jonathan Safran Foer. In un altro approfondimento, sempre su La Lettura, Covacich riflette invece sul ruolo specifico della lingua, a partire dal caso di alcune studentesse ucraine integratesi in una scuola di Pordenone dove si insegna il russo. “Succede che la lingua del nemico possa salvare”, la sua analisi, con il richiamo come esempio principe del poeta Paul Celan: “ebreo romeno, il più apolide degli apolidi, scelse il tedesco dei nazisti che fucilarono sua madre”.
Mazal Tov! Online. Da venerdì è possibile visitare in rete la trasposizione digitale della mostra del Meis di Ferrara“Mazal Tov! Il matrimonio ebraico”, curata da Sharon Reichel e rav Amedeo Spagnoletto, direttore del museo. L’iniziativa è stata presentata a Roma, come racconta oggi Avvenire.
Arte e Memoria. Opere d’arte della collezione dello Yad Vashem per riflettere sulla Memoria della Shoah, sulla tragedia del passato e l’impegno del presente a non dimenticare. È il cuore della mostra “Arte nella Shoah” nella Pontificia Università Lateranense, promotrice dell’evento insieme all’Ambasciata di Israele presso la Santa Sede. Durante l’inaugurazione, scrive Avvenire, il vescovo Stefano Russo, segretario generale della Cei, ha ribadito come l’impegno per la Memoria si traduca in un lavoro oggi per combattere l’antisemitismo, ma anche “aver a cuore, aver attenzione, prendersi cura, stima degli ebrei, della comunità ebraica presente in Italia, in Europa e nel mondo”.
Neal Adams (1941-2022). È morto a 80 anni Neal Adams, fumettista e disegnatore che negli anni Settanta contribuì a rinnovare supereroi celebri come Batman. Portò anche avanti numerose battaglie per il riconoscimento dei diritti di sceneggiatori e disegnatori. Lo ricorda oggi Repubblica, richiamando anche le sue origini ebraiche.
Daniel Reichel