Cultura

LIBRI – Premio Strega Ragazzi, il romanzo di Gidwitz nella dozzina finalista

Nella dozzina finalista del Premio Strega - Ragazze e Ragazzi, nella categoria riservata ai lettori sopra gli 11 anni, c'è anche una storia a tema ebraico. La racconta "La leggenda dei tre bambini magici e del loro cane santo", romanzo di Adam Gidwitz uscito anni fa in inglese sotto il titolo "The Inquisitor’s Tale: Or, The Three Magical Children and Their Holy Dog" e portato di recente all'attenzione del pubblico italiano da Giuntina, nella collana Parpar+, con la traduzione di Marina Morpurgo. La vicenda, ambientata nel Medioevo, racconta di tre giovani perseguitati dal re di Francia e delle loro avventure. Si tratta di Jeanne, una contadina «che ha visioni del futuro»; William, un giovane monaco «con una forza soprannaturale»; e Jacob, un ragazzo ebreo «che può guarire qualsiasi ferita». Con loro c’è Gwenforte, una levriera «tornata magicamente dal mondo dei morti».

7 OTTOBRE – Il mondo è cambiato. Il libro curato da Francesco Lucrezi ci spiega come

Si è spesso detto che dopo il 7 ottobre il mondo non è più lo stesso. Prova a spiegarlo anche la raccolta di saggi "Come tutto è cambiato. Dopo il sette ottobre" (ed. Sopher), curata dal docente di Storia del diritto romano Francesco Lucrezi per conto dell'Associazione Bezalel e dell'Osservatorio Enzo Sereni. Ogni saggio è associato a un concetto e approfondisce la mutazione avvenuta in quell'ambito, per esempio in termini di lotta all'antisemitismo e difesa della democrazia, promozione della dignità e qualità dell'informazione, rapporto tra Stato di Israele e diaspora. Un'elaborazione a più mani svolta da intellettuali, rabbini e attivisti, d'accordo con Lucrezi sul fatto che «niente sarà più come prima».

USA – Shrayer contro l’antisemitismo in versi

«L’attivismo “poetico” è parte di una campagna letteraria nazionale di diffamazione e ostracismo in cui artisti e intellettuali ebrei vengono intimiditi e costretti a scegliere pubblicamente da che parte stare – a favore o contro Israele – oppure a restare …

LIBRI – Premio Adei, annunciati i vincitori

“La casa sul Nilo” (ed. Neri Pozza) di Denise Pardo e “Sotto l’albero delle giuggiole” (ed. Acquario) di Gila Almagor sono le opere vincitrici della ventiquattresima edizione del premio letterario dell’Adei Wizo “Adelina Della Pergola”, rispettivamente nella sezione principale e …

STORIA – Giuntini rilegge il Novecento ebraico con il prisma dello sport

Sergio Giuntini, il presidente della Società Italiana di Storia dello Sport, cita Primo Levi. Anche nello sport europeo, racconta, vi è «una moltitudine di sommersi e salvati». Storie di cui non possiamo ignorare il contributo affinché vicende individuali e collettive spesso dimenticate non si perdano nell’oblio e illuminino il nostro presente, aiutandoci anche a capire come certe parole d’odio attecchirono nelle società che si credevano più progredite, fino alle conseguenze più devastanti. Rileggere l’antisemitismo otto-novecentesco attraverso il prisma sportivo «può forse apparire ad alcuni poco appropriato, quasi irrispettoso», dichiara lo studioso. Eppure «questa chiave interpretativa si dimostra tutt’altro che bizzarra».

LIBRI – Daniel Carpi, diario di un sionista

Tra i più importanti storici dell’ebraismo nel secondo Novecento, il milanese Daniel Carpi (1926-2005) è stato studioso del sionismo e autore di studi che hanno approfondito la storia degli ebrei in Italia nel tardo medioevo e nell’età moderna, ma anche la "questione ebraica” e l’antisemitismo. “Camminando per la via. Memorie degli anni 1938-1945", pubblicato in ebraico nel 1999 e appena tradotto da Giuntina a cura di Giacomo Corazzol, è il racconto degli anni drammatici della guerra e della persecuzione nazifascista, che iniziarono per lui con il «pianto dirotto» che lo colse alla notizia dei provvedimenti antisemiti che decretarono l’espulsione dei bambini ebrei dalle scuole pubbliche. Nel momento in cui la persecuzione dei diritti diventò persecuzione delle vite, Carpi fuggì verso il Meridione d’Italia già libero insieme al padre: un viaggio avventuroso di cui restituisce una testimonianza vivida, lungo quei «sentieri montuosi» che portarono l’agognata salvezza.

LIBRI – Giacomo Leopardi e l’ebraico: la storia di un amore e i versi in ivrit

È risaputo come nella biblioteca di Giacomo Leopardi ci fossero vari libri in ebraico, tra cui una Bibbia poliglotta, che il poeta iniziò a sfogliare all’età di 15 anni. La lettura destò una profonda impressione nel giovane Leopardi, che da autodidatta imparò la lingua e si dedicò ad alcune prove di traduzione. Diverse osservazioni sull’ebraico appaiono poi tra le pagine dello Zibaldone. Una miniera di spunti anche in questo senso. Ben pochi però, anche tra i critici più autorevoli, se ne sono occupati. Colma una lacuna Miriam Kay ne “La più antica immaginazione. Leopardi e l’ebraico” edito da Marsilio, che riprende e sviluppa la tesi di laurea in Filologia Moderna discussa all’Università La Sapienza di Roma da Kay nel 2020. L’apprendimento dell’ebraico arrivò insieme al greco.